La festa di San Martino
Che il Tirolo Orientale, appena al di là del confine tra l'Alto Adige e l'Austria, sia una terra di grandi tradizioni culturali e popolari, si capisce anche da come viene festeggiato il giorno di San Martino che cade l'11 novembre è dà inizio alle varie feste prenatalizie.
L'usanza vuole che quel giorno gli altari delle chiese siano ornati di una statua del santo festeggiato in quella data che una volta era importante anche sotto un aspetto più profano. Infatti, per i contadini il giorno di San Martino era giorno di paga e di regolamento dei conti, il giorno che segnava per così dire la fine della stagione più impegnativa e l'inizio del più tranquillo e riposante inverno. Oggi, invece, sono soprattutto i bambini a far festa intorno al santo patrono dei poveri e lo fanno tradizionalmente sfilando per le vie dei paesi cantando e reggendo in mano le lanternine di San Martino fatte con le loro stesse mani.
Martino de Tours era nativo della Pannonia, l'attuale Ungheria, e fu ufficiale dell'Impero Romano. Stando alla leggenda, in una gelida notte d'inverno si imbatté in un povero mendicante seminudo. D'impulso tagliò in due il suo mantello e diede una delle due metà al poveretto. Durante la stessa notte ebbe una visione: vide Gesù davanti a lui con indosso la parte del mantello regalato al mendicante. A questo punto, dopo quarant'anni di servizio nell'esercito romano, diede le sue dimissioni da ufficiale, diventò missionario e nell'anno 317 divenne infine vescovo di Tours.
Ma la leggenda continua. Pare che per sfuggire alla nomina a episcopo, ruolo del quale non si sentì degno, si nascose in una stalla tra uno stuolo di oche. Ma invano, visto che le oche si misero a starnazzare a squarciagola svelando così il nascondiglio. Di quell'episodio a San Martino rimase l'attributo dell'oca, che ancora oggi viene ricordato, specie dagli osti, sotto forma dello squisito arrosto dell'oca di San Martino, il tradizionale piatto che quel giorno non può mancare su nessuna tavola.
L'usanza vuole che quel giorno gli altari delle chiese siano ornati di una statua del santo festeggiato in quella data che una volta era importante anche sotto un aspetto più profano. Infatti, per i contadini il giorno di San Martino era giorno di paga e di regolamento dei conti, il giorno che segnava per così dire la fine della stagione più impegnativa e l'inizio del più tranquillo e riposante inverno. Oggi, invece, sono soprattutto i bambini a far festa intorno al santo patrono dei poveri e lo fanno tradizionalmente sfilando per le vie dei paesi cantando e reggendo in mano le lanternine di San Martino fatte con le loro stesse mani.
Martino de Tours era nativo della Pannonia, l'attuale Ungheria, e fu ufficiale dell'Impero Romano. Stando alla leggenda, in una gelida notte d'inverno si imbatté in un povero mendicante seminudo. D'impulso tagliò in due il suo mantello e diede una delle due metà al poveretto. Durante la stessa notte ebbe una visione: vide Gesù davanti a lui con indosso la parte del mantello regalato al mendicante. A questo punto, dopo quarant'anni di servizio nell'esercito romano, diede le sue dimissioni da ufficiale, diventò missionario e nell'anno 317 divenne infine vescovo di Tours.
Ma la leggenda continua. Pare che per sfuggire alla nomina a episcopo, ruolo del quale non si sentì degno, si nascose in una stalla tra uno stuolo di oche. Ma invano, visto che le oche si misero a starnazzare a squarciagola svelando così il nascondiglio. Di quell'episodio a San Martino rimase l'attributo dell'oca, che ancora oggi viene ricordato, specie dagli osti, sotto forma dello squisito arrosto dell'oca di San Martino, il tradizionale piatto che quel giorno non può mancare su nessuna tavola.
Nessun commento:
Posta un commento