Valmareno
Antico insediamento, citato in un
placito del re longobardo Liutprando nel 739 d.C., Valmareno fu un
centro di una certa rilevanza strategica in epoca medievale e moderna
in quanto gli permetteva di controllare l’accesso al passo
Praderadego nonché quella, che con ogni verosimiglianza, doveva
essere in epoca romana la Claudia Augusta Altinate. Oggi il paese ha
mantenuto l’aspetto medievale che lo caratterizza ed è diventato
punto di partenza per piacevoli escursioni che portano al
Praderadego, al Col de Moi o al Col de Varnada.
La Chiesa di San Pietro e Paolo
Anticamente era un fortilizio o
castello costruiti dai Longobardi dopo la metà del sec. VI.
Valmareno divenne feudo successivamente dei vescovi di Ceneda, dei
Caminesi e della Repubblica Veneta. Questa la diede in signoria a
personaggi spesso illustri e benemeriti; ricordiamo Marin Faliero, il
capitano Gattamelata da Narni e il suo comilitone Brandolino da
Bagnacavallo. La giurisdizione dei conti Brandolini cessò con la
caduta della Repubblica (1797).
Agli atti della curia risulta che
Valmareno nel 1475 era curazia. Tuttavia un documento del 1170
afferma che la contessa Sofia da Colfosco, lasciava in eredità
all'abate di Follina la chiesa di S. Pietro di "Mareno". Fu
ripetutamente eretta in parrocchia (l'ultima volta ciò avenne il 7
dicembre 1751) e spesso contesa tra Follina e Cison che la
consideravano loro filiale.
La chiesa esistente è stata costruita
verso la fine del sec. XVI e consacrata il 25 settembre 1746 dal
vescovo Lorenzo Da Ponte. Nell'interno: pregevoli altari scolpiti in
legno e dorati - dipinti di Silvestro Arnosti cenedese (+ prima metà
del 1600).
Osteria dei Bravi
I giornalisti e i comunicatori
dell'Associazione l'Altratavola, hanno visitato 'laicamente'
l'Osteria I Bravi, condotta da Martina De Polo. Giovane , frizzante,
con tante idee, Martina ha portato nell'antico borgo una ventata di
novità, con le sue proposte : le colazioni, i panini con le
eccellenze locali, i buoni vini e le buone birre, un 'ambiente' dove
incontrarsi e comunicare in libertà. Fra non molto l'Osteria si
impegnerà anche con alcuni piatti della tradizione, rispettando lo
stile di osteria con cucina, senza avventure nell'area della
ristorazione.
L'osteria era, fino alla metà del
1900, un tipico luogo di ritrovo serale popolare delle persone di
sesso maschile; luogo di incontro e di socializzazione ha costituito
per lungo tempo, uno dei pochi momenti di incontro e di scambio
d'idee, in aggiunta alla chiesa e alla piazza.
Dopo un lungo periodo di decadenza,
negli ultimi anni però si è visto un rifiorire di questi locali che
stanno recuperando la loro funzione di luogo di incontro e di
comunicazione per ambo i sessi.
L'osteria e la figura dell'oste sono
presenti in vari testi letterari. Si trova menzione già nei Vangeli,
ad esempio nella Parabola del buon samaritano nel Vangelo secondo
Luca (10- 25, 37) in cui un samaritano soccorse un uomo aggredito dai
briganti, lo fasciò e lo portò in una locanda. "Il giorno
dopo, presi due denari li diede all'oste e gli disse: - Prenditi cura
di lui; e tutto ciò che spenderai di più, te lo rimborserò al mio
ritorno".
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