venerdì 25 dicembre 2015

Le giornate del calamaro Adriatico


  • 01dic
  • ~
  • 10gen
2016

Umago, Cittanova, Verteneglio, Buie

Contatto Cluster Umag-Novigrad-Brtonigla-Buje

Email: gourmet@coloursofistria.com
Telefono: +385 52 757 075
Che il calamaro nostrano sia uno sfizioso boccone per tutti i buongustai, lo si scoprirà durante le Giornate del calamaro adriatico, che avranno luogo nei ristoranti dell'Istria Nord-occidentale a partire dal primo di dicembre 2015 fino al 10 gennaio 2016. In tale periodo, i ristoratori proporranno a prezzi convenienti menù con diverse portate a base di calamaro, combinandole a vini locali e ad oli d'oliva di primissima qualità.

Questa manifestazione culinaria, oltre ad essere un ulteriore motivo per una visita nell'Istria Nord-occidentale durante le festività natalizie, vorrà valorizzare anche gli straordinari calamari dell'Adriatico che vengono pescati proprio nel periodo invernale. L'indirizzare le persone all'apprezzamento del loro grande valore culinario, rende i ristoratori più creativi, pronti a creare nuove ricette alla base di questo ingrediente marino.

A partire dalla metà del secolo scorso, dall'essere un piatto popolano, quasi disprezzato, i calamari si sono fatti strada in tutta la costa adriatica diventando così una prelibatezza. Possiedono un gusto delicato che ricorda il mare e oltretutto, sono un espediente per svariati piatti succulenti. Possono essere trattati in maniera aggressiva, con l'aceto, con il peperoncino e con erbe aromatiche, oppure in maniera delicata, con qualche goccia di limone e un po' di erba cipollina. I calamari piccoli, sottili e teneri sono ottimi se cotti interi, mentre, quelli più grandi e grossi, preferiscono una cottura più lenta, prima della quale è bene tagliarli o inciderli nella parte interna. Inoltre, sono particolarmente apprezzati se, anzichè con la tradizionale rete da pesca, vengono catturati con l'apposito amo, chiamato pescafondo.



A tutti coloro che presiederanno alla manifestazione si vorrà attirare l'attenziona sulla differenza tra i calamari dell'Adriatico con quelli della Patagonia e della California. Sebbene il mercato sia allagato da quest'ultimi, i primi sono di gran lunga un punto di partenza molto più rinomato per nuove imprese culinarie.

Non lasciatevi sfuggire un assaggio dei calamari adriatici, una delle delizie più rinomate del ricco banchetto istriano.

Le ricette di Ticinowine : Risotto al Merlot con radicchio, scamorza e pancetta

Vino consigliato:

Merlot dai sentori di frutta matura, non barricato, con un corpo di buon spessore, elegante e presenza di tannini morbidi.
 

Risotto al Merlot con radicchio, scamorza e pancetta

Ingredienti:
- Brodo: 1 Litro
- Riso: 300 gr circa*
- Cipolle: 1
- Grana Padano: 150 gr circa
- Burro: 120 gr circa
- Pancetta: 200 gr
- Merlot San Zeno: un bicchiere
- Radicchio: un cespo
- Scamorza affumicata: 100 gr.
*riso Carnaroli ottimi pure l’Arborio o il Vialone

Preparazione:
Prendiamo la cipolla, puliamola e tagliamola fine. Nel frattempo prendiamo la pancetta e mettiamola in padella con la cipolla e 80 gr circa di burro. Facciamo rosolare bene e aggiungiamo quindi il radicchio. Lasciamo soffriggere per qualche minuto e aggiungiamo il riso non abbiate paura di tostare. Aspettiamo che il riso assorba bene il tutto e aggiungiamo il vino. Alziamo la fiamma e facciamo evaporare. Quando vediamo che il riso si asciuga aggiungiamo una parte del brodo e abbassiamo la fiamma. Lasciamo cuocere e aggiungiamo più volte il brodo fino a cottura ultimata. Quando il riso avrà una buona consistenza aggiungiamo la scamorza. il grana e il burro rimanente. Mantechiamo bene il tutto e facciamo sciogliere bene il formaggio. Lasciamo riposare per qualche minuto a fuoco spento e serviamo.


Un autunno pieno di riconoscimenti per i vini ticinesi

che è culminato con l’attribuzione del Premio “Grand Prix du Vin Suisse”, dove il “Malcantone Rosso dei Ronchi” di Ivo Monti è stato insignito del titolo di miglior vino rosso svizzero.
Oltre all’ottima vendemmia il 2015 il Ticino ha visto i suoi produttori distinguersi nei principali concorsi nazionali.
Numerosissime le medaglie d’oro e d’argento vinte, iniziando dal Concorso Expovina di Zurigo, dove il miglior vino ticinese piazzato è stato il “Carato” di Vini e Distillati Angelo Delea SA, mentre Agriloro SA per la quarta volta è risultata la miglior cantina ticinese.

Analoga vendemmia di medaglie al concorso “La Sélection” , che si svolge sulle sponde del Reno e abbinata alla Basler Weinmesse : con 91 punti - corrisponde ad un oro pieno - troviamo “Anno Secondo Merlot Ticino DOC “della Tenuta Agricola Luigina SA , tallonato dal “Diamante” della Vini e Distillati Angelo Delea SA e dal “Riserva dell’Ör “di Agriloro SA. Il medagliere ticinese si è completato giovedì scorso al Gala del Grand Prix du Vin Suisse che vedeva numerosi vini ticinesi tra i nominati  e che li ha visti primeggiare nella categoria assemblaggio vini rossi, dove il “Malcantone Rosso dei Ronchi” 2012 si è aggiudicato il primo posto vincendo anche il premio “Vinissimo”, per il più alto punteggio raggiunto, davanti al “Tre Ori di Gudo” 2009 della Cantina Pian Marnino. Quest’anno il primo posto nella categoria Merlot è tornato in Ticino grazie a ClaudioTamborini ed il suo “Comano” 2013 che ha precedutoil “Rovere” 2012 di Ivo Monti.

Le Gole della Breggia

Il Grotto del Mulino è situato a Morbio Inferiore nella zona delle Gole della Breggia, quella che una volta veniva chiamata la valle dei mulini (ben 11 nei 2 km di fiume del territorio di Morbio Inferiore).
Questa piccola pianura attraversata dal fiume Breggia è incastrata tra i confini dei comuni di Morbio Inferiore, Balerna, Castel San Pietro e Morbio Superiore.
Nel corso del ventesimo secolo questa superficie ha subito diversi cambiamenti.
Prima era una tranquilla campagna contraddistinta da prati e campi e dalla presenza di due aziende rurali con mulini alimentati dalla forza idrica del fiume Breggia.
Poi, tra gli anni ’60 e ’70, arrivò quella che in Ticino possiamo chiamare la rivoluzione del cemento. Il nostro Cantone, grazie a una strepitosa crescita economica, cominciò a trasformare il suo paesaggio rurale in urbano.
Con l’edificazione di questo enorme Cementificio, il paesaggio cambiò drasticamente e per alcuni decenni le Gole della Breggia persero il loro fascino.

Il paesaggio prima della Saceba.
La vecchia masseria poco prima della demolizione.
Gli stabilimenti operativi prima della demolizione.

Con la cessazione dell’attività della Saceba si ebbe un ritorno alla tranquillità, ma ormai il paesaggio era troppo deturpato per tornare il luogo di un tempo, dove trovare pace e serenità per fuggire alle calde e afose giornate estive del Mendrisiotto.
Per fortuna questa bellissima zona non è stata abbandonata a se stessa. Grazie all’aiuto di persone volenterose come quelle appartenenti all’associazione “Amici del Parco della Breggia” ha potuto ultimamente ritrovare il suo primitivo splendore divenendo un parco protetto con percorsi didattici valorizzando così quello che è stata la nostra storia.
Basti pensare al riattamento del Mulino del Ghitello o al percorso geologico lungo il fiume che copre un arco di tempo di 100 milioni di anni.



Per ulteriori informazioni potete consultare I seguenti link:
http://www.percorsodelcemento.ch/index.php?pid=saceba
http://www.parcobreggia.ch/

La storia del Grotto del Mulino a Breggia

Nonostante alcune ricerche, purtroppo, non siamo riusciti a risalire alla data di costruzione del Grotto del Mulino. Siam certi però che si tratti di un edificio secolare, edificato in una zona ricca di attività rurali legate al fiume Breggia con tanti mulini sparsi sulla pianura che costeggia il letto del fiume tra Morbio Inferiore e Balerna.
Probabilmente è nato come piccola cantina, grottino o rustico per trascorrere le calde domeniche estive, e solo in seguito a partire dal 1948 è stato riattato come abitazione.
Nel 1961 invece è stato ristrutturato e ingrandito (con la costruzione dei piani superiori) nella forma attuale ed è da qui che comincia la sua storia di grotto, o se preferite osteria, proprio negli anni in cui venne costruito il cementificio Saceba.

Cos’e un Grotto

Il nome grotto, con il quale viene frequentemente chiamato questo genere di locale nella Svizzera italiana, deriva dal termine crotto in uso nel Nord Italia. Gli studiosi pensano che il nome sia stato originato dal termine latino “crypta” o da quello medioevale “crota”, provenienti entrambi dal greco “krypta”, cioè grotta.
Il crotto nasce come ritrovo per le persone della regione, non essendoci osterie nelle vicinanze, e come luogo fresco di conserva e maturazione per stoccare vini, formaggi e insaccati.
Il crotto, a differenza della più semplice cantina, ha una caratteristica che la contraddistingue: il “sorèl”.
Il sorèl è uno spiraglio naturale tra le rocce che permette ad una corrente d’aria fresca di entrare mantenendo così una temperatura costante e ottimale, da 4 a 8 gradi sopra lo 0, per la conserva delle cibarie all’interno della crotta.
I crotti sono tipici della regione del Ticino, del Nord Italia e dei Grigioni. Se prima erano solamente luoghi in cui raccogliere e conservare i prodotti agricoli oppure in cui ritrovarsi con gli amici senza alcuna pretesa, ora sono diventati dei veri e propri ristoranti. Lentamente verso il XX secolo questi luoghi divennero dei piccoli “ristoranti” dove bisognava pagare e non si era più invitati; fino ad arrivare ai giorni nostri quando i grotti sono diventati luoghi di ritrovo per i turisti, che li riconoscono come un luogo tipicamente ticinese. Vengono serviti in prevalenza piatti e prodotti tipici della regione, come minestrone, busecca, risotto, pesci in carpione, vitello tonnato, arrosto (freddo o caldo) con insalata e patate rosolate, polenta con brasato, coniglio, cazzöla, funghi, formaggi e formaggini, zabaglione, torta di pane, pesche al vino, accompagnati da un buon bicchiere di Merlot del Ticino.


La Saceba e il Percorso del Cemento in Val di Muggio


La Saceba, un cementificio edificato nei primi anni Sessanta in Ticino, è stato fondamentale per la costruzione di immobili pubblici e privati, ponti e dighe, sia a livello cantonale che nazionale.
Il progetto di costruzione nacque nel 1959, dall'idea del commercialista ticinese Paride Melera e dall'ingegnere svizzero tedesco Hans Rudolf Suter. L'idea era quella di utilizzare le risorse minerarie presenti nelle Gole per la produzione di cemento, soprattutto perché nel 1960 si scoprì una riserva di maiolica.
Alla fine del 1961 iniziò la costruzione, e le attrezzature destinate alla produzione entrarono ben presto in funzione (inizio 1963). La stima di produzione di cemento per i primi anni era di 120'000 tonnellate, con un raddoppio negli anni successivi. La produzione massima comunque, non superò le 200'000 tonnellate.
Il paesaggio della zona delle Gole della Breggia prima dell'arrivo della fabbrica era caratterizzato da aziende agricole, dotate di mulini alimentati dal canale di derivazione che partiva dal fiume Breggia. In seguito alla costruzione della stessa, l'aspetto cambiò drasticamente: con un'estensione di circa quattro ettari, la Saceba divenne l'edificio principale della zona delle Gole della Breggia, mutandone radicalmente la morfologia.
Negli anni Sessanta e Settanta, il cementificio fu potenziato: il totale dei dipendenti superava le cento unità.
In Ticino, il consumo di cemento pro capite era di circa 1000 kg, con una media nazionale di circa 700 kg, che già si attestava come la più alta d'Europa. Nel corso degli anni Settanta sono cessate le estrazioni a cielo aperto, lasciando posto agli scavi con terrazzamenti.
Nel 1981 l'unico settore della fabbrica attivo era solamente il centro di macinazione.
La Holcim S.A., nuova proprietaria della fabbrica, nel 2003 termina l'attività della Saceba, quando conta ancora circa quindici dipendenti.
Ex cementificio Saceba, dopo la riqualifica territoriale
La realizzazione del progetto di riqualifica della zona ha avuto una durata di sette anni ed è terminata nel 2012. L'investimento totale è stato di circa 10 milioni di franchi, di cui l'88% a carico della Holcim Svizzera S.A. (committente del progetto di riqualifica), la quale conta, solo in Svizzera, 1300 dipendenti.
Il progetto di riqualifica della zona della Saceba, si può distinguere in quattro punti fondamentali[4]:
  • Demolizione del 90% circa degli edifici (passando da 150'000 m³ a 15'000 m³), rimossi meccanicamente, per facilitare il riciclaggio dei materiali
  • Creazione del percorso didattico Il percorso del Cemento
  • Rievocazione della storia contadina ed agricola degli anni Cinquanta
  • Ri-organizzazione degli accessi da parte di veicoli e pedoni
La messa in opera del progetto ha visto come protagonisti Marco Borradori, presidente del Consiglio di Stato del Canton Ticino, Peter Flückiger, presidente della Fondazione Parco delle Gole della Breggia e Kaspar E.A. Wenger, Presidente del comitato direttivo di Holcim Svizzera S.A..
Il percorso è stato inaugurato ufficialmente il 4 maggio 2012, ed è stato aperto al pubblico il giorno seguente.
Il tracciato ha soprattutto uno scopo didattico: mostrare in che modo è stato rivalorizzato il territorio e spiegare come avvengono certi processi di rielaborazione del biancone, per poter poi produrre il cemento.
I visitatori possono osservare i chilometri di gallerie sotterranee e la vecchia torre dei forni, dove è presente l'ultimo forno verticale in Europa.
Grazie ad un intervento di tipo minimalista, è stato possibile salvare una zona industriale autentica, con una particolare attenzione volta verso la natura circostante. La cancellazione della fabbrica non sarebbe stata la soluzione, anzi; questa (in parte) eliminazione e ristrutturazione sono servite a mantenere un'opera storica, che racconta molto del paese e della propria gente.

Itinerario: Centro storico di Mendrisio

Antichi palazzi e chiese arricchite da stucchi e affreschi si affacciano sulle strette viuzze del centro storico di Mendrisio, che non è stato toccato dalla modernità e diventa particolarmente suggestivo durante le processioni della Settimana Santa e in settembre in occasione della Sagra dell'uva. Mendrisio è capoluogo di una regione conosciuta coma “la Toscana della Svizzera” per la presenza di paesaggi caratterizzati da dolci colline vignate e dalle case in mattoni con i tetti in coppi. A 5 km si trova il Battistero di Riva San Vitale, il più antico monumento cristiano della Svizzera.

Itinerario: Centro storico di Mendrisio 


Il nostro itinerario alla scoperta del "magnifico borgo" parte dalla Piazza del Ponte caratterizzata dall’imponente chiesa parrocchiale dei santi Cosma e Damiano, una costruzione relativamente recente (1863-75) d’ispirazione neoclassica, opera dell’architetto Luigi Fontana. La vicina torre medievale risale invece al XIII secolo e testimonia la presenza di uno dei tre castelli che un tempo fortificavano la città. Fu usata dapprima per scopi militari e in seguito rialzata e trasformata in campanile. Nel 1908 è stata riportata allo stato originale. Sulla piazza si affaccia anche l’elegante Palazzo Torriani, sviluppatosi nel corso dei secoli attorno a un primo nucleo del XIII secolo.

Si sale dapprima lungo Via Torriani (accanto alla parrocchiale) e Via Santa Maria per raggiungere in breve la chiesa di Santa Maria, la più antica del nucleo (attualmente in restauro). Si tratta di un edificio medievale sorto sui resti di una villa romana e riedificato nei secoli XVI e XVII. Il campanile è romanico e risale invece al XII secolo. Si imbocca in seguito Via Vecchio Ginnasio e si raggiunge in poco tempo la chiesa di San Giovanni Battista riccamente decorata e considerata una delle massime espressioni del tardobarocco in Ticino. Di fianco sorge il Museo d’arte, ospitato nell’antico convento dei Serviti, con uno splendido chiostro.

Uscendo dal museo e svoltando a destra si trova la graziosa cappella della Madonna delle Grazie, che contiene un affresco mariano del Trecento attribuito a Giovanni da Milano. Proseguendo su Via Carlo Pasta, dopo appena 300 metri s’incontra sulla destra la pittoresca Via delle Cantine. Il Mendrisiotto è una regione a forte vocazione viticola e produce ottimi ed eleganti Merlot. Da secoli gli abitanti dispongono in questa parte della città di cantine che sfruttano l’aria fresca che scende dal Monte Generoso e garantisce una temperatura costante durante tutto l’anno. La maggior parte delle cantine è a uso privato, ma vi si trovano anche alcuni ristoranti dove si possono gustare le specialità ticinesi e gli ottimi vini della regione.

Si ritorna alla cappella della Madonna delle Grazie e si percorre Via Stella che porta di nuovo in Piazza del Ponte. Si attraversa la piazza e si imbocca il Corso Bello, cuore del centro storico di Mendrisio, fino a uno slargo dove si ammira il magnifico settecentesco Palazzo Pollini, tipico esempio di villa lombarda tardobarocca.

Se si procede sulla stessa via fino alla Piazzetta Borella, percorrendo in seguito Via Gismonda si giunge alla facoltà di architettura, fondata dal noto architetto ticinese Mario Botta. L'Accademia alloggia nell'imponente Palazzo Turconi e nell'elegante Villa Argentina, due costruzioni risalenti alla seconda metà dell'Ottocento, oltre che nel moderno Palazzo Canavee, edificato nel 2000 e progettato dallo studio Soliman & Zurkirchen. La nuova costruzione, rivestita in mattoni neri, con la sua ragguardevole mole si rifà all'impianto neoclassico di Palazzo Turconi, aprendosi con un'ampia vetrata verso il lussureggiante parco di Villa Argentina, un'area verde particolarmente pregiata nel cuore di Mendrisio.

Presso l’ufficio turistico sono disponibili gratuitamente le audioguide in 4 lingue (italiano, francese, tedesco e inglese) di un itinerario simile, ma un po' più lungo (3.4 km, durata 2 ore).

Sagre e processioni


A Mendrisio si tengono tre importanti manifestazioni legate alle radici agricole e religiose di questo generoso territorio. Il giovedì e il venerdì prima di Pasqua nell’affascinante scenario del centro storico si svolgono le Processioni storiche, che affondano le loro origini alla fine del Seicento. Lo stesso scenario fa da cornice a fine settembre all’animatissima Sagra dell’uva, che sottolinea la vocazione viticola della regione. La più antica fiera del mondo agricolo ticinese, quella di San Martino, ha luogo invece l’11 novembre attorno all'omonima chiesa romanica che sorge su un prato poco lontano dal centro.

Museo della Valle di Muggio


Il Museo etnografico della Valle di Muggio ( premiata quale Paesaggio svizzero dell'anno 2014) può essere definito come un “museo nel territorio”. Non è infatti concepito come un luogo di raccolta di oggetti, ma invita il visitatore a percorrere la valle per scoprire realtà di interesse museografico, come le nevere per la conservazione del latte, i roccoli per catturare gli uccelli di passo, i mulini per la macina del granoturco e delle castagne, le “graa” per l’essiccazione delle castagne. La sede di Casa Cantoni a Cabbio assume così la funzione di centro dove si possono ottenere le informazioni utili per muoversi alla scoperta del territorio.

L'attività del museo


Secondo la concezione dell’ecomuseo, a cui si è ispirato il Museo etnografico della Valle di Muggio, ogni singolo bene culturale va inserito nel suo contesto territoriale e alla popolazione locale è riservato un ruolo attivo nell’identificazione del patrimonio. Si sono così dapprima promossi l’inventario, lo studio e la conoscenza del patrimonio architettonico prodotto dalla civiltà rurale. In seguito sono stati effettuati numerosi interventi nel territorio e si è tessuta una rete di relazioni con gli enti locali e la popolazione interessata. Questo tipo di museo si distingue pertanto da quelli classici. I suoi riferimenti principali consistono nel territorio e nel patrimonio culturale in senso lato e non tanto nella collezione di oggetti comunemente associati all’idea di museo. L'attività museale non riguarda però solo il visitatore, ma coinvolge anche la popolazione che vive nel contesto regionale.

Il Museo etnografico della Valle di Muggio possiede quattro tipi di collezioni: gli edifici sparsi nel territorio, gli oggetti della civiltà rurale, una collezione di migliaia di immagini dedicate al paesaggio e una vasta documentazione tematica cartacea e digitale.
Sull’arco di un trentennio il museo ha perlustrato il territorio e ha catalogato gli edifici degni di interesse per poi conservare i più rappresentativi (nevere, gara, ecc.). Alcune centinaia di oggetti della civiltà rurale sono invece esposti nella sede di Casa Cantoni in occasione di mostre tematiche legate alla presentazione del territorio e delle attività tradizionali.

Per conoscere meglio l’ecomuseo della Valle di Muggio, oltre a Casa Cantoni, vale la pena di visitare i villaggi di Muggio e Cabbio: ambedue offrono un bel lavatoio monumentale, una gara e due chiese parrocchiali degne di nota. Un'altra struttura interessante legata alla civiltà contadina è il mulino di Bruzella (in funzione da aprile a ottobre il giovedì e la prima e la terza domenica del mese, 14.00-16.30).

Il Mulino di Bruzella in Valle di Muggio


Nel suggestivo fondovalle scolpito dal fiume Breggia si trova il Mulino di Bruzella, antica macina restaurata e funzionante dal 1996. È raggiungibile a piedi in 15 minuti dal Bruzella o da Cabbio percorrendo la vecchia mulattiera che parte dalla strada cantonale.
Il mulino di Bruzella funziona normalmente a scadenze regolari grazie alla competenza della mugnaia Irene Petraglio e di Giuseppe Bernasconi. La visita del mulino è interessante e istruttiva e consente di capire il funzionamento di questa grande macchina con le sue componenti: la presa dell’acqua, la roggia, la grande ruota in ferro a cassette, il meccanismo di trasmissione, la tramoggia e il buratto. È possibile acquistare la farina per polenta.
Nell’edificio annesso al Mulino è allestita la mostra curata dall’arch. Thomas Meyer Dal mulino alla cartiera, una ricerca sull’arte di macinare e sulle macchine idrauliche della Breggia.

Apertura
Da aprile a ottobre
tutti i mercoledì e giovedì
e di regola tre domeniche al mese
14:00 – 16:30
Per le aperture si vedano il calendario delle attività del MEVMe la pagina Facebook degli Amici del Mulino di Bruzella
Per gruppi o scolaresche contattare il Museo. 


 

Prodotti del mulino

Il Mulino di Bruzella produce:
  • Rosso del Ticino, farina per polenta, varietà conservata da ProSpecieRara (sacchetto da 500g, Fr. 6.-)
  • Farina per polenta, mais indigeno di qualità (sacchetto da 700g, Fr. 4.-)
  • Farina di mais per biscotti (sacchetto da 500g, Fr. 4.-)
  • Biscotti alla farina di mais (sacchetto, Fr. 5.-)

La Regione Valle di Muggio, Val Mara e Salorino (RVM),in Canton Ticino

La Regione Valle di Muggio, Val Mara e Salorino (RVM) promuove un turismo di rispetto e di responsabilità basato sui valori fondamentali di equità, sostenibilità e tolleranza. Valorizza il territorio tramite i prodotti, le offerte e le infrastrutture locali.
La RVM profila la sua offerta turistica considerandone caso per caso l’impatto sull’ambiente.
La RVM crede infatti che il turismo nelle regioni di montagna possa sopravvivere solo andando nella direzione del rispetto della natura. Occorre sensibilizzare soprattutto le generazioni future, per cui un accento particolare viene posto sulle offerte rivolte alle scolaresche che qui trovano, durante tutto l'arco dell'anno, la possibilità di visitare il territorio.

Il miglior modo per visitare le valli è a piedi: camminando si ha tempo per guardarsi attorno, si vive e si  gusta il territorio, passo dopo passo.

La Valle di Muggio e la Val Mara offrono oltre 200 km di sentieri, pianeggianti e di montagna, segnalati secondo le norme federali.
Le possibilità escursionistiche sono molteplici: dalle gole della Breggia - punto più basso - al Monte Generoso, il punto più alto della valle; ci sono escursioni facili, su strade e piste agricole, ed escursioni più impegnative, su sentieri di montagna; escursioni di poche ore o escursioni che impegnano tutta la giornata.




Comprensorio sciistico Sillian Hochpustertal



Volete provare la sensazione di essere accolti in un ambiente familiare e cortese? Essere cortesi non vuol dire essere noiosi.
Non è necessario ripetere ancora una volta che il comprensorio è soleggiato e che la neve da queste parti non è merce rara. Chi desidera farsi baciare dal sole ed è alla ricerca di piste sempre perfettamente battute anche fuori dalla baldoria del comprensorio, allora il Tirolo orientale e il comprensorio sciistico dell’Alta Pusteria sono la scelta giusta. Qui è possibile incontrare persone dagli interessi più disparati: amanti dello sci, famiglie, freerider, snowboardisti, accomunati dalla passione per la neve. Vi aspettano 22,4 km di piste perfettamente battute e i rifugi pronti ad accogliervi con la cortesia che contraddistingue da sempre il Tirolo orientale.
La magnificenza e la straordinarietà di questo comprensorio è data anche dalla sua altitudine compresa tra i 1.100 e i 2.407 metri. E il comprensorio sciistico dell’Alta Pusteria può essere definito a buon diritto “Eccezionale”. Anche i più piccoli possono sciare senza spendere un capitale: i bambini fino 6 anni sciano gratis e la tariffa ridotta è valida fino a 18 anni. Il baby club „Bobo“ si prende cura dei più piccoli soddisfacendo tutte le loro esigenze. E non dimentichiamo gli snowboardisti: Il "Yellowsnow Funpark" garantisce il massimo del divertimento…

INFORMAZIONI sul Comprensorio sciistico Sillian:

Altitudine: 1.100 – 2.407 m
Piste: 22,4 km di piste
Superficie: 110 ettari
Impianti di risalita: 7 impianti (2 skilift, 3 seggiovie, 2 funivie)
Portata complessiva: 10.190 persone l’ora

Orari d'apertura 2015/2016:05.12.2015 – 03.04.2016 - ogni giorno dalle ore 09:00 alle ore 16:00.


Vacanze invernali in Alta Pusteria



Il binomio perfetto per le vostre vacanze? Inverno e Alta Pusteria. Avete famiglia e desiderate trascorrere un’indimenticabile vacanza invernale? Si? Allora l’Alta Pusteria sul versante tirolese è la regione che avete sempre cercato e adesso l’avete trovata. Definire l’Alta Pusteria una regione a misura di famiglia, vorrebbe dire sminuirla. Basti pensare che due dei tre comprensori qui presenti sono adatti anche alle famiglie. I bambini amano anche le discese con lo slittino e l’Alta Pusteria vanta piste per slittino molto divertenti di diversi livelli di difficoltà. 
Ma ora arriva il meglio anzi il massimo. Tra le mete turistiche, l’Alta Pusteria del versante tirolese è una delle più gettonate. Sci, sci di fondo, ciaspolate o pattinaggio sul ghiaccio, questo e molto altro ancora si può fare in Alta Pusteria. Il comprensorio sciistico Sillian-Hochpustertal offre infinite possibilità di svago: qui non è difficile incontrare freerider in compagnia della famiglia, grazie alle particolari condizioni dell’area sciistica.

"Arte Sacra" -Verein organizza i concerti d' organo in Stiria

Con l'intervento della Stiria all'incontro europeo a Buje (Croazia) in settembre, veniva presentato ufficialmente il progetto di itinerario culturale europeo 'Strade e borghi europei degli Organi Storici'.
All'incontro aveva partecipato anche il Prof. Mag. Joseph Hofer, Sovintendente della Organisation und Durchfuhrung Sakralkunst Oststeiemark e.V.

"Arte Sacra" -Verein organizza i concerti d' organo in Stiria

Der Vorstand des 'Sakralkunst-Vereins' lädt zu Orgelklang im ApfelLand ein.
Il consiglio di amministrazione della "Arte Sacra Club" vi invita al suono dell' organo 
Già diventato una tradizione è il "suono di organo nel paese mela". Per dieci anni, contare su organisti locali e internazionali per valorizzare gli strumenti  nelle nostre chiese. Sempre più amici della musica sacra hanno colto l'opportunità, anche lontano dal culto, per ascoltare gli organi. Heuer ha suonato gli strumenti dal 12 Luglio - al 23 Agosto, ogni Domenica . Da Rabbia a Puch, Stubenberg, Feistritztal e St. Stefan in Kaindorf si sono potuti rivivere concerti d'organo interessanti e vari.
 Il Direttore Josef Hofer ha invitato maestri della musica d'organo da Polonia, Italia, Germania e Austria. Le opere coprono la vasta gamma dal Barocco al Romanticismo al Modernismo.
Una novità di quest'anno che intorno a Josef Hofer un'associazione ha formato, la "Oststeiermark arte sacra" . Accanto agli eventi dell'organo, si sono  rafforzati i tour delle chiese, le pubblicazioni e il turismo culturale nella regione. Le informazioni possono essere raccolte presso l'ufficio turistico Apfelland Stubenbergsee, nelle chiese e negli uffici comunali .

Birra trappista


Logo
Si definisce birra trappista una birra brassata da monaci trappisti o sotto il loro diretto controllo. Dei 176 monasteri trappisti nel mondo (dati gennaio 2015), solo undici producono birra (sei in Belgio, due nei Paesi Bassi, uno negli Stati Uniti, uno in Austria e uno in Italia). Solo queste undici birrerie sono autorizzate a etichettare le loro birre con il logo Authentic trappist product ("Autentico Prodotto Trappista") che indica l'osservanza di una serie di regole stabilite dall'Associazione Internazionale dei Trappisti.

Storia

L'ordine dei Trappisti ha avuto origine nel monastero cistercense di La Trappe, in Francia. Nel 1664 l'abate di La Trappe, reputando troppo liberali i comportamenti dei monaci cistercensi, decise di introdurre una serie di nuove regole più severe da adottare all'interno dell'abbazia (fra le quali l'obbligo di bere solo acqua) facendo così nascere il nuovo ordine (detto della "stretta osservanza"). Col passare del tempo però le regole sono andate rilassandosi e nel diciannovesimo secolo in numerosi monasteri francesi che seguivano la "stretta osservanza" veniva prodotta birra. I trappisti erano solo uno fra i tanti ordini monastici a produrre birra per finanziare il proprio sostentamento, ma erano sicuramente fra i più attivi: c'erano almeno sei birrerie trappiste in Francia, sei in Belgio, due nei Paesi Bassi, una in Germania, una in Austria e probabilmente anche in altri paesi. In seguito alla rivoluzione francese e alle guerre mondiali però la maggior parte di questi monasteri andò distrutta. Nonostante ciò la popolarità delle birre Trappiste continuò a crescere, tanto che numerose birrerie non autorizzate cercarono di sfruttare commercialmente il logo, obbligando i monaci a prendere provvedimenti e a far nascere l'Associazione Trappista Internazionale.

Associazione Trappista Internazionale (ITA)

Nel 1997, otto abbazie trappiste - sei del Belgio (Orval, Abbazia di Notre-Dame de Scourmont, Westvleteren, Rochefort, Westmalle e Achel), una olandese (Koningshoeven) e una tedesca (Mariawald) - fondarono l'Associazione Trappista Internazionale (ITA) per prevenire l'uso improprio del marchio trappista da parte di compagnie commerciali non autorizzate. Quest'associazione creò un logo che può essere assegnato a vari prodotti (formaggio, birra, vino, etc.) che rispettino precisi criteri di produzione. Per le birre i criteri sono i seguenti:
  • La birra deve essere prodotta all'interno delle mura di un'abbazia trappista, da parte di monaci trappisti o sotto il loro diretto controllo.
  • La produzione, la scelta dei processi produttivi e l'orientamento commerciale devono ovviamente dipendere dalla comunità monastica.
  • Lo scopo economico della produzione di birra deve essere diretto al sostentamento dei monaci e alla beneficenza e non al profitto finanziario.
L'associazione ha valore legale e il logo serve a dare precise garanzie al consumatore sul prodotto offerto e sulla sua fabbricazione.
Bottiglie di birra Chimay

Nel 2012 anche l'abbazia di Engelszell in Austria ha iniziato la produzione di birra e ottenuto il logo di Authentic Trappist Product. Dal giugno 2013 è stata autorizzata l'abbazia Maria Toevlucht "Zundert" (Paesi Bassi) a produrre birra con il logo Authentic Trappist Product, e dall'ottobre 2013 è stata inserita anche un'abbazia americana, la prima ufficiale fuori Europa, la St. Joseph’s Abbey of Spencer nel Massachusetts nell'elenco delle birrerie Trappiste. Produce birra con il marchio Spencer Brewing Co. Nel 2015, all'elenco, si è aggiunta l'Abbazia delle Tre Fontane a Roma, in Italia.
Poiché l'abbazia di Mariawald non produce birra, al 2015 sono in tutto undici le birrerie autorizzate a etichettare le proprie birre con il suddetto logo:
Fra il 1999 e ottobre 2005 alla birreria olandese De Koningshoeven fu revocata l'autorizzazione all'utilizzo del logo, a causa di un accordo commerciale con un grande gruppo industriale (Bavaria).
A partire dal 16 giugno 2011 l'Abbazia di Notre-Dame de Scourmont (Belgio) ha iniziato la produzione della birra Mont des Cats per conto dei monaci trappisti dell'omonima abbazia francese, che non producendo in proprio non può essere considerata una "birreria trappista".

Gregorius, la birra trappista arriva anche dall’Austria (da Storie Enogastronomiche)


Gregorius birra trappista dell Austria 1
Si definisce birra trappista una birra fabbricata da monaci trappisti (cistercensi della stretta osservanza). Sono 171 i monasteri trappisti nel mondo, eppure soltanto in una minima parte di essi si produce birra: la maggior parte di questi si trova in Belgio, due in Olanda, uno negli Stati Uniti e uno in Austria. Solo questi dieci birrifici sono autorizzati ad utilizzare il marchio Authentic trappist product che indica l’osservanza di una serie di regole prestabilite.
Gregorius birra trappista dell Austria 2
  1. la birra deve essere prodotta all’interno delle mura dell’abbazia da monaci trappisti o comunque sotto la loro supervisione;
  2. la produzione e il commercio della birra devono dipendere direttamente dal monastero;
  3.  il ricavato della produzione e della vendita di birra non deve essere utilizzato a fini di lucro, ma per il sostentamento del monastero e della comunità che lo circonda.
Gregorius birra trappista dell Austria 3
 La birra trappista Gregorius ha una veste marrone scuro scintillante. Al naso emana sentori di erbe officinali e liquirizia, che le conferiscono un leggero aroma di frutti maturi. Sul palato domina invece il forte gusto del malto, sostenuto da un più generale aroma di caffè torrefatto. Contribuiscono a creare quel sapore caratteristico, il miele austriaco e li lievito di vino alsaziano. Il gusto e la leggera amarezza del cioccolato fondente incantano infine il palato con un aroma agro-dolce.
Gregorius birra trappista dell Austria 4
 La Gregorius è prodotta in Austria, nell’abbazia di Stift Engelszell e prende il suo nome dall’abate Gregorius Eisvogel, che nel 1921 volle fortemente l’acquisto di un vecchio monastero nella valle del Danubio. La leggenda narra che padre Gregorius non fosse minimamente spaventato dalle condizioni dello stabile, né dal suo prezzo elevato. L’entusiasmo straripante, l’impegno, l’ambizione e la fede di quest’uomo furono determinanti per lo sviluppo della nuova abbazia e i monaci lo ricordano ancora oggi. Quando nel 2012 il birrificio trappista di Stift Engelszell ricevette il marchio di autenticità, il consenso fu unanime: la birra sarebbe stata dedicata proprio a Gregorius.

Graz e i suoi dintorni


Bastano poche parole per presentare la città di Graz: capitale del gusto, città dai tetti rossi, città con la torre dell'orologio, dalla storia movimentata. Edifici barocchi, elegantissimi cortili e arte futurista, come la Kunsthaus lungo le rive del fiume Mur e la Murschnecke, il caffè d'acciaio collocato direttamente sul principale fiume stiriano. Qui l'arte incontra la cultura, il fascino mediterraneo sposa lo stile di vita moderno, il piacere si coniuga con l'esperienza: benvenuti!

Ma anche l'ambiente di questo capoluogo è sicuramente degno di nota. La montagna simbolo di chi abita Graz, chiamata Schöckl, le conferisce un carattere quasi alpino,

mentre la diga (Rettenbachklamm), che si trova pressoché al centro della città, conferisce all'insieme un'atmosfera di grande fascino, grazie ai torrenti selvaggi e alle chiuse, che creano poi la parte di piano. Seguendo la pista ciclabile "Murradweg", che attraversa l'intera città di Graz, arriverete nella parte meridionale della regione. Vino e terme. Sino a Maribor, città gemella di Graz.

Non lontano si trovano la Lurgrotte, il Freilichtmuseum (museo all'aperto) di Stübing e l'abbazia di Rein.

Graz Tourismus Information
Herrengasse 16
A-8010 Graz
Tel. +43 (0)316/8075-0
Fax: +43 (0)316/8075-15
info@graztourismus.at
www.graztourismus.at
Clock tower in winter, © Graz Tourismus/Harry Schiffer

I vini della Stiria

Per i più la Stiria, cuore verde dell'Austria, è sinonimo di Graz e di rinomate stazioni termali che promettono (e mantengono) benessere. Più della metà è coperta di boschi, mentre la porzione meridionale della regione ospita vigneti e frutteti.

Per tutti i gusti

Il vino proviene perlopiù dalle colline baciate dal sole attorno alle città di Leibnitz, Bad Radkersburg e Deutschlandsberg.

La Terra del vino stiriana è ben organizzata con strade a tema da percorrere in auto, a piedi o in bici. A sudovest di Graz c'è la Schilcher Weinstrasse, a sud la Südsteirische Weinstrasse con altri percorsi, a sudest la Strada delle colline e dei vigneti. Percorrendole incontrerete centinaia di enoteche, ristoranti e Buschenschank, le trattorie tipiche dove si mesce il vino locale; spesso rimarrete sorpresi dalla raffinatezza del cibo che offrono. Diverse aziende vinicole sono attrezzate con camere per ospitare i turisti del vino.

Da non perdere il grappolo d'uva più grande del mondo si trova a Glanz an der Weinstrasse. È una singolare scultura in acciaio e vetro colorato,
alta 5 metri, che svetta su un mare ondulato di vigneti.

www.steiermark.com/it

Pretzhof Selection

Il Pretzhof è conosciuto soprattutto come maso nel quale gustare la più genuina cucina sudtirolese, ma già da qualche anno siamo attivi anche nel settore dell’importazione di Riesling e Grüner Veltliner tedeschi e austriaci, i “Grandi Bianchi del Nord”. Noi crediamo molto in questo progetto, in quanto riteniamo che questi siano i vini “del futuro”, quelli che la clientela più attenta ed esperta va cercando già da parecchio tempo. Pensiamo inoltre che una carta dei vini possa dirsi veramente completa e “internazionale” solo se include almeno un paio di questi bianchi straordinari, con i quali si possono creare abbinamenti nuovi e spesso stupefacenti, vista anche la varietà che offrono (dal trocken -secco- all’amabile, fino alle varie categorie di dolci). Consapevoli che molte persone, pur avendo sentito parlare di questi prodotti, spesso non hanno avuto l’occasione di degustarli, siamo molto attivi nell’organizzazione di degustazioni e serate a tema in varie regioni italiane, in alcune delle quali collaboriamo con agenti o distributori. Inoltre, certi del fatto che il vino debba essere anche cultura ed emozione, ogni anno organizziamo dei viaggi nelle regioni vinicole tedesche ed austriache, per dare la possibilità, a chi lo desiderasse, di incontrare le personalità del vino e di godere dei paesaggi affascinanti nei quali sono immerse le loro tenute.
Il nostro portfolio può vantare una selezione di aziende che producono vini e distillati di qualità altissima, spesso citati tra le eccellenze mondiali. Esso rispecchia appieno la nostra filosofia, che si basa sulla costante ricerca della qualità, unita al rispetto per la Natura e per l’Uomo, sulla lealtà nei rapporti umani e lavorativi, oltre che sulla professionalità e preparazione di tutto lo staff.

 Pretzhof Selection Srl
Tulve 259
39049 - Prati/Val di Vizze (BZ)

I vini del Neusiedlersee-Hügelland in Austria (da PretzHof Selection)

Il Neusiedlersee-Hügelland è una regione vinicola che si estende sulla sponda occidentale del lago Neusiedl, e ha come centro la città di Rust, sede dell’accademia del vino. I circa 3500 ettari di vigneti sono coltivati soprattutto a Pinot bianco, Chardonnay e Blaufränkisch; nessun’altra regione offre una tale varietà di stili di vino, e ben lo sanno i versatili produttori che vi lavorano. I vigneti crescono sui pendii dei monti del Leitha, caratterizzati da un sottosuolo ricco di roccia granitica, gesso e calce, che dona ai vini una grandissima mineralità. Questa è anche la zona dalla quale proviene il leggendario Ruster Ausbruch, nobile vino dolce conosciuto in tutto il mondo.
Triebaumer, Ernst

I vini del Wagram in Austria (da PretzHof Selection)


La regione vinicola del Wagram, un tempo conosciuta con il nome di Donauland, si divide in due zone ben distinte, che hanno complessivamente circa 2400 ettari di superficie vitata. A nord del Danubio si estende per 30 chilometri, fino al confine con il Kamptal, il plateau del Wagram vero e proprio. In tempi preistorici questa zona era ricoperta da un mare, per questo il sottosuolo formato da profondi strati si loess è ricco di sedimenti minerali e fossili. Oggi la combinazione di terreno e microclima, qui influenzato dal clima pannonico che dona notti fredde e giornate calde e soleggiate, costituisce il terroir ideale per la coltivazione del Grüner Veltliner. I vini provenienti dal Wagram mostrano un corpo pieno, un’invitante freschezza e speziatura ed una grande eleganza.
Ott
 

Il vino del Kamptal in Austria ( da PretzHof Selection)


La regione vinicola del Kamptal prende nome dal fiume Kamp, che scorre attraverso essa, ed è sede della più grande e importante città vinicola dell’Austria, Langenlois. Con una superficie vitata di circa 3800 ettari, questa è una delle zone vinicole austriache più significative, e vanta un grande numero di produttori di qualità. Il sottosuolo del Kamptal ha una grande varietà geologica: esso è formato da loess, ghiaia, roccia primaria ed elementi vulcanici. Il paesaggio è caratterizzato dai ripidi pendii, talmente scoscesi da non permettere appiglio agli strati di loess. Qui, in un’ideale esposizione a sud, crescono le piante di Riesling, che danno vini potenti, minerali e con grande potenziale di invecchiamento. Scendendo verso sud, in direzione del Danubio, vi è un cambiamento sostanziale nella struttura del terreno: le terrazze, qui più dolci ed estese, sono caratterizzate dalla presenza di loess e terriccio, garantendo le condizioni ideali per la coltivazione del Grüner Veltliner, dal quale si ricavano vini di grande corpo. Il clima del Kamptal subisce gli effetti del caldo clima pannonico da est e della presenza della fredda regione del Waldviertel a nord-ovest. La fine aromaticità e la vibrante acidità che le uve sviluppano sono dovute soprattutto all’ideale combinazione di giornate calde e notti fredde.
Schloss Gobelsburg
 

I vini della Wachau in Austria (da PretzHof Selection)


La Wachau è una delle regioni vinicole dai confini meglio definiti d’Europa: 33 chilometri di vigneti che si estendono lungo le rive del Danubio tra Melk e Krems. Ricca di storia e con un paesaggio mozzafiato, dal 2000 è entrata a far parte dei patrimoni dell’UNESCO. I circa 1350 ettari di vigneti, divisi tra quasi 650 produttori, sono coltivati quasi esclusivamente a Grüner Veltliner e Riesling. Le parcelle migliori si trovano sulla riva sinistra del Danubio, su terrazze a secco che arrivano anche a 450 m s.l.m.; il sottosuolo ricco di granito è ideale per la coltivazione del Riesling, mentre il Grüner Veltliner esprime tutte le sue potenzialità sui terreni formati da loess. Il clima molto particolare della Wachau è una variabile di fondamentale importanza nella crescita della vite. Le propaggini del clima pannonico, proveniente dalla steppa ungherese, giungono da est nella Wachau con venti caldi che si mescolano alle correnti moderate del clima atlantico provenienti da ovest. I freddi venti di caduta del nord, che giungono dal Waldviertel, causano forti escursioni termiche giorno-notte soprattutto nei mesi che precedono la vendemmia. Ogni parcella, poi, è caratterizzata da un proprio microclima, influenzato dall’esposizione, dall’altitudine, dall’inclinazione, dal sottosuolo, nonché dalla presenza dei muri a secco, che assorbono il calore del sole. Il Danubio, invece, bilancia le estreme differenze climatiche tra le estati calde e secche e gli inverni rigidi. Questo complesso insieme di fattori climatici influenza la formazione del bouquet e permette lo sviluppo di un’intensa aromaticità nelle uve, sia nei vigneti più freschi di Spitz, sia in quelli più caldi di Loiben. Ciò è riconoscibile nei freschi aromi di frutta, spesso con note esotiche, che sviluppano tutti i vini, dagli Steinfeder ai Federspiel, fino ai più complessi Smaragd.
FX Pichler
Hirtzberger, Franz
Knoll, Emmerich
Pichler, Rudi
Prager
 

I vini austriaci (da PretzHof Selection)

L’Austria in numeri

  • circa 20.000 sono i viticoltori austriaci, solo 6.000 dei quali vendono il loro vino imbottigliato.
  • circa 45.000 sono gli ettari di superficie vitata, il 70% dei quali sono coltivati a vitigni a bacca bianca.
  • circa 2.500.000 sono gli ettolitri di vino prodotto in un anno in Austria.
  • il vitigno più coltivato è il Grüner Veltliner (36% ca.), seguito da Zweigelt, Blaufränkisch e Riesling.

La classificazione del vino austriaco

La classificazione del vino è, in Austria, una materia piuttosto complessa.
Basata sul modello di classificazione tedesco in vigore durante la Seconda Guerra Mondiale, la legislazione del vino austriaca ha subito nel tempo delle importanti modifiche, che l’hanno portata ultimamente ad uniformarsi alle direttive europee in materia di vino. L’Austria si è data delle regole molto rigide, che si basano principalmente sul controllo di origine, sulla limitazione della resa per ettaro, sui livelli di qualità e sul controllo di qualità effettuato da parte dello Stato. In generale, viene operata una classificazione in base all’origine delle uve ed al contenuto di zucchero nel mosto, espresso in KMW, un’unità di misura simile al grado Oechsle tedesco. Partendo dalla fascia qualitativa più bassa, troviamo:
  • Wein ohne Herkunft, vino da uve austriache senza indicazione della zona di provenienza
  • Landwein, vino da tavola proveniente da una delle tre macroregioni austriache
  • Qualitätswein/herkunfttypischer Qualitätswein (DAC)*, vino di qualità di origine tipica
    Sono vini di qualità prodotti con uve da vitigni autorizzati. Le uve devono provenire esclusivamente da uno dei 16 distretti vinicoli specifici dell’Austria. Il peso del mosto per questi vini deve essere di minimo 15° KMW.
  • Kabinett, vino di qualità con residuo zuccherino – peso del mosto min. 17° KMW
  • Prädikatswein, vino con predicato; sono vini di qualità superiore da raccolti speciali di uve mature. In ordine crescente:
    • Spätlese, vino da uve perfettamente mature – peso del mosto min. 19° KMW
    • Auslese, vino da uve mature accuratamente selezionate – peso del mosto min. 21° KMW
    • Beerenauslese (BA), vino da uve surmature e/o attaccate da muffa nobile – peso del mosto min. 25° KMW
    • Ausbruch, vino prodotto esclusivamente con uve attaccate dalla muffa nobile o essiccate naturalmente – peso del mosto min. 27° KMW
    • Trockenbeerenauslese (TBA), vino da uve quasi totalmente appassite e botritizzate – peso del mosto min. 30° KMW
    • Eiswein, vino da uve raccolte e pressate una volta avvenuto il congelamento su pianta – peso del mosto min. 25° KMW (come Beerenauslese)
    • Strohwein/Schilfwein, vino da uve essiccate all’aria su paglia o canne per almeno 3 mesi – peso del mosto min. 25° KMW
*Districtus Austriae Controllatus (DAC)
Questa dicitura (dal latino: distretti controllati di Austria) è una nuova denominazione geografica simile alla AOC francese o alla DOCG italiana. Essa è stata introdotta di recente per supplire ad una mancanza di classificazione interna ai Qualitätswein. L’obiettivo è quello di immettere sul mercato con l’indicazione del distretto di provenienza solo i vini più rappresentativi per quel territorio, e di etichettare gli altri con un’indicazione di provenienza generica. Dal 2002 ad oggi (maggio 2012), solo 7 distretti, tra cui il Kamptal, hanno già recepito completamente la nuova normativa, mentre gli altri stanno ancora lavorando al profilamento dei loro vini di qualità tipici.

La Vinea Wachau è un’associazione di viticoltori della Wachau fondata nel 1983. I suoi principi fondamentali sono l’obbligo di lavorazione di uve provenienti esclusivamente dalla Wachau e l’impegno senza compromessi a difendere la qualità, la tradizione e la purezza. Per la Vinea Wachau il vino deve essere un prodotto completamente naturale, che porta in sé la piena espressione e le peculiarità della sua zona di provenienza. Il Codex Wachau e i marchi registrati Steinfeder, Federspiel e Smaragd sono sinonimo di produzione naturale, origine protetta e controlli rigorosi. La Vinea Wachau ha operato una classificazione interna dei vini secchi di qualità unica in Europa, che divide i vini in base al contenuto di alcool.

Classifica i più leggeri tra i vini di qualità della Wachau, con una gradazione alcolica di massimo 11,5% ed una struttura fragrante con tipiche note fruttate. Il nome deriva dalla Steinfedergras (Stipa pinnata – lino delle fate piumoso), un’erba che cresce in prossimità delle viti sulle terrazze della Wachau.

Rientrano in questa classificazione i vini con un peso del mosto di minimo 17° KMW ed una gradazione alcolica tra i 11,5% e 12,5%. Questi sono solitamente i vini secchi classici con una maggiore complessità ed aromaticità e con un carattere più marcato. Il nome (in italiano traducibile come “gioco di piuma”) deriva dalla caccia con il falco, in passato una delle forme di caccia più amate dai nobili della Wachau.

Identifica i vini migliori e più preziosi dei vignaioli della Wachau, con una gradazione alcolica minima di 12,5%. Uve perfettamente mature ed un’alta concentrazione naturale negli acini permettono la produzione di vini di formato mondiale. La lucertola smeraldo, dalla quale deriva il nome (Smaragd=smeraldo), trova un habitat ideale nei vigneti della Wachau. Nelle belle giornate, essa si espone al sole accanto alle viti, diventando il simbolo di vini dalla perfetta maturazione fisiologica.


 
 

lunedì 7 dicembre 2015

Emanuele Spader e la porchetta ( romana e trevisana)




La Porchetta è un prodotto tipico dell'Italia centrale, la sua storia si perde nella notte dei tempi, si narra che l'Imperatore Nerone fosse un estimatore della porchetta prodotta nell'area dei Castelli Romani. La Porchetta di Ariccia ha ottenuto il riconoscimento Riconoscimento IGP: Reg. 567/2011.
La notorietà della Porchetta di Ariccia risale al 1950 quando i porchettari di Ariccia allestirono la prima "Sagra della Porchetta di Ariccia", con lo scopo di celebrare e far conoscere questo prodotto ariccino. Da allora ogni anno ad Ariccia si svolge la Sagra della Porchetta di Ariccia, suggestiva e caratteristica dove viene offerta la porchetta su banchi addobbati a festa da venditori vestiti con gli abiti tradizionali ariccini, il culmine della Sagra avviene con il tradizionale lancio dei Panini con Porchetta.

Emanuele Spader, titolare del Salumificio Spader in quel di Mosnigo di Moriago della Battaglia,si è fatto conoscere ed apprezzare per la sua porchetta alla trevigiana.
Come specialità trevigiana la porchetta nasce solo nel 1919, tenuta a battesimo da Ermete Beltrame nella sua birreria sotto il Palazzo dei Trecento a Treviso.
La porchetta trevigiana, da considerarsi una preparazione moderna, è molto diversa dalla ricetta del centro Italia. Si presenta, infatti, come una specie di prosciutto ottenuto da un maiale che abbia meno di un anno, può essere con ossa o disossata, ma sempre a forma cilindrica. Presenta internamente una colorazione bianchiccia, con delle parti in cui è evidente la speziatura, mentre esternamente si presenta dorata.
È molto fragrante, saporita e gustosa e può essere arricchita di altri sapori e, soprattutto negli ultimi tempi, riprendendo la tradizione in auge nel Rinascimento, la cultura e la bravura di numerosi cuochi sa regalare risultati di grande interesse. A soddisfazione dei buongustai ricordiamo che la porchetta non è un alimento grasso, poiché nella fase di cottura i grassi vengono sciolti dal calore e raccolti in leccarde o in speciali vaschette. Una volta pronta, la porchetta va servita fredda e, nonostante sia (deve essere) priva di additivi e conservanti, rimane saporita e fragrante almeno per due settimane se mantenuta in luogo refrigerato.



domenica 6 dicembre 2015

Slow Taste n.2



La seconda puntata di Slow Taste, la trasmissione multimediale curata dalla redazione de Il Gusto Italiano Magazine, ha proposto un laboratorio di degustazione con i vini dell'azienda agricola Alba Rossa dei F.lli Lorenzon (Solighetto di Pieve di Soligo), il pane della Panetteria Artigianale di Dario
Marcellin (Solighetto) e i salumi dell'azienda agricola Aristea di Giovanni Casagrande di Miane.
I commenti di Giovanni Meneghin e Brunello Catana,

 https://www.youtube.com/watch?v=mTRYO9Z7VXg&feature=youtu.be

Formaggi austriaci DOP e IGP



L'Austria è un territorio caratterizzato da molte zone montane e verdi pascoli, non stupisce quindi che la sua tradizione casearia sia fiorente e per lo più legata a formaggi di latte vaccino d'alpeggio.

Inoltre, i formaggi austriaci sono molto simili a quelli svizzeri e a quelli bavaresi, data la vicinanza delle tre zone.

Nell'Austria più orientale, quella al confine con i Balcani e l'Ungheria, prevale invece la fabbricazione di formaggi freschi, meno interessanti dal punto di vista qualitativo.

I 6 formaggi austriaci a marchio DOP, infatti, sono tutti della zona sud-ovest, quella alpina per intenderci del Tirolo:

Gailtaler Almkäse DOP
Tiroler Almkäse o Tiroler Alpkäse DOP
Tiroler Bergkäse DOP
Tiroler Graukäse DOP
Vorarlberger Alpkäse DOP
Vorarlberger Bergkäse DOP

Gailtaler Almkäse DOP

Il Gailtaler Almkäse è un formaggio austriaco di latte vaccino prodotto nella valle del Gail (il fiume detto Zeglia in italiano), situata tra il Tirolo e la Carinzia. Il primo riferimento al formaggio Gailtaler Almkäse si ha nel 1375 in un documento del conte di Gorizia poichè il metodo di produzione fu ispirato da quello friulano...

Tiroler Almkäse DOP

Il Tiroler Almkäse è un formaggio austriaco di latte vaccino prodotto durante il periodo estivo dell'alpeggio (tra giugno e settembre) in Tirolo, la regione sud occidentale dell'Austria. Questo formaggio è conosciuto con due nomi:Almkäse nella zona più meridionale del Tirolo, mentre Alpkäse nella zona settentrionale, ma in entrambi i casi il suo nome sta per "formaggio alpino" ...

Tiroler Bergkäse DOP

Il Tiroler Bergkäse, letteralmente formaggio tirolese di montagna, è un formaggio austriaco di latte vaccino certificato DOP dal 1997. Si differenzia dal formaggio prodotto nella stessa zona, il Tiroler Alpkäse DOP per il fatto che quest'ultimo può essere ottenuto solo durante il periodo estivo dell'alpeggio ...

Tiroler Graukäse DOP

Il Tiroler Graukäse, letteralmente formaggio grigio tirolese, è uno di quei formaggi che appartengono alla categoria dei sauerkase (formaggi poveri), prodotti cioè con latte acidificato senza l'aggiunta di caglio. Così come il Graukäse sudtirolese (presidio slow food), ottenuto nelle valli alpine dell'Alto Adige...

Vorarlberger Alpkäse DOP e Vorarlberger Bergkäse DOP

In Austria, oltre al Tirolo, troviamo un'altra zona vocata alla produzione casearia, quella dei monti Vorarlberger, sulla punta dell'estremo ovest, affacciati sul lago di Costanza. Qui vengono tradizionalmente prodotti due formaggi: il Vorarlberger Bergkäse (formaggio di montagna), e il...




I pretzel , chiamati anche brezel, pretzl o brezn sono un tipico pane tedesco

I pretzel , chiamati anche brezel, pretzl o brezn sono un tipico pane tedesco, intrecciato, di colore ambrato ricoperto di sale grosso. La particolarità del loro colore è data da una precottura in acqua e bicarbonato prima di essere infornati.Molti rivendicano la paternità dei pretzel, ma tutti sembrano d’accordo sul fatto che sia un pane di origine molto antiche e che probabilmente sia nato in qualche monastero del centro europa dove si dice che i monaci con l’impasto avanzato facevano delle striscioline e le annodassero in una forma che ricordava le braccia incrociate durante una preghiera.