venerdì 25 dicembre 2015

Le giornate del calamaro Adriatico


  • 01dic
  • ~
  • 10gen
2016

Umago, Cittanova, Verteneglio, Buie

Contatto Cluster Umag-Novigrad-Brtonigla-Buje

Email: gourmet@coloursofistria.com
Telefono: +385 52 757 075
Che il calamaro nostrano sia uno sfizioso boccone per tutti i buongustai, lo si scoprirà durante le Giornate del calamaro adriatico, che avranno luogo nei ristoranti dell'Istria Nord-occidentale a partire dal primo di dicembre 2015 fino al 10 gennaio 2016. In tale periodo, i ristoratori proporranno a prezzi convenienti menù con diverse portate a base di calamaro, combinandole a vini locali e ad oli d'oliva di primissima qualità.

Questa manifestazione culinaria, oltre ad essere un ulteriore motivo per una visita nell'Istria Nord-occidentale durante le festività natalizie, vorrà valorizzare anche gli straordinari calamari dell'Adriatico che vengono pescati proprio nel periodo invernale. L'indirizzare le persone all'apprezzamento del loro grande valore culinario, rende i ristoratori più creativi, pronti a creare nuove ricette alla base di questo ingrediente marino.

A partire dalla metà del secolo scorso, dall'essere un piatto popolano, quasi disprezzato, i calamari si sono fatti strada in tutta la costa adriatica diventando così una prelibatezza. Possiedono un gusto delicato che ricorda il mare e oltretutto, sono un espediente per svariati piatti succulenti. Possono essere trattati in maniera aggressiva, con l'aceto, con il peperoncino e con erbe aromatiche, oppure in maniera delicata, con qualche goccia di limone e un po' di erba cipollina. I calamari piccoli, sottili e teneri sono ottimi se cotti interi, mentre, quelli più grandi e grossi, preferiscono una cottura più lenta, prima della quale è bene tagliarli o inciderli nella parte interna. Inoltre, sono particolarmente apprezzati se, anzichè con la tradizionale rete da pesca, vengono catturati con l'apposito amo, chiamato pescafondo.



A tutti coloro che presiederanno alla manifestazione si vorrà attirare l'attenziona sulla differenza tra i calamari dell'Adriatico con quelli della Patagonia e della California. Sebbene il mercato sia allagato da quest'ultimi, i primi sono di gran lunga un punto di partenza molto più rinomato per nuove imprese culinarie.

Non lasciatevi sfuggire un assaggio dei calamari adriatici, una delle delizie più rinomate del ricco banchetto istriano.

Le ricette di Ticinowine : Risotto al Merlot con radicchio, scamorza e pancetta

Vino consigliato:

Merlot dai sentori di frutta matura, non barricato, con un corpo di buon spessore, elegante e presenza di tannini morbidi.
 

Risotto al Merlot con radicchio, scamorza e pancetta

Ingredienti:
- Brodo: 1 Litro
- Riso: 300 gr circa*
- Cipolle: 1
- Grana Padano: 150 gr circa
- Burro: 120 gr circa
- Pancetta: 200 gr
- Merlot San Zeno: un bicchiere
- Radicchio: un cespo
- Scamorza affumicata: 100 gr.
*riso Carnaroli ottimi pure l’Arborio o il Vialone

Preparazione:
Prendiamo la cipolla, puliamola e tagliamola fine. Nel frattempo prendiamo la pancetta e mettiamola in padella con la cipolla e 80 gr circa di burro. Facciamo rosolare bene e aggiungiamo quindi il radicchio. Lasciamo soffriggere per qualche minuto e aggiungiamo il riso non abbiate paura di tostare. Aspettiamo che il riso assorba bene il tutto e aggiungiamo il vino. Alziamo la fiamma e facciamo evaporare. Quando vediamo che il riso si asciuga aggiungiamo una parte del brodo e abbassiamo la fiamma. Lasciamo cuocere e aggiungiamo più volte il brodo fino a cottura ultimata. Quando il riso avrà una buona consistenza aggiungiamo la scamorza. il grana e il burro rimanente. Mantechiamo bene il tutto e facciamo sciogliere bene il formaggio. Lasciamo riposare per qualche minuto a fuoco spento e serviamo.


Un autunno pieno di riconoscimenti per i vini ticinesi

che è culminato con l’attribuzione del Premio “Grand Prix du Vin Suisse”, dove il “Malcantone Rosso dei Ronchi” di Ivo Monti è stato insignito del titolo di miglior vino rosso svizzero.
Oltre all’ottima vendemmia il 2015 il Ticino ha visto i suoi produttori distinguersi nei principali concorsi nazionali.
Numerosissime le medaglie d’oro e d’argento vinte, iniziando dal Concorso Expovina di Zurigo, dove il miglior vino ticinese piazzato è stato il “Carato” di Vini e Distillati Angelo Delea SA, mentre Agriloro SA per la quarta volta è risultata la miglior cantina ticinese.

Analoga vendemmia di medaglie al concorso “La Sélection” , che si svolge sulle sponde del Reno e abbinata alla Basler Weinmesse : con 91 punti - corrisponde ad un oro pieno - troviamo “Anno Secondo Merlot Ticino DOC “della Tenuta Agricola Luigina SA , tallonato dal “Diamante” della Vini e Distillati Angelo Delea SA e dal “Riserva dell’Ör “di Agriloro SA. Il medagliere ticinese si è completato giovedì scorso al Gala del Grand Prix du Vin Suisse che vedeva numerosi vini ticinesi tra i nominati  e che li ha visti primeggiare nella categoria assemblaggio vini rossi, dove il “Malcantone Rosso dei Ronchi” 2012 si è aggiudicato il primo posto vincendo anche il premio “Vinissimo”, per il più alto punteggio raggiunto, davanti al “Tre Ori di Gudo” 2009 della Cantina Pian Marnino. Quest’anno il primo posto nella categoria Merlot è tornato in Ticino grazie a ClaudioTamborini ed il suo “Comano” 2013 che ha precedutoil “Rovere” 2012 di Ivo Monti.

Le Gole della Breggia

Il Grotto del Mulino è situato a Morbio Inferiore nella zona delle Gole della Breggia, quella che una volta veniva chiamata la valle dei mulini (ben 11 nei 2 km di fiume del territorio di Morbio Inferiore).
Questa piccola pianura attraversata dal fiume Breggia è incastrata tra i confini dei comuni di Morbio Inferiore, Balerna, Castel San Pietro e Morbio Superiore.
Nel corso del ventesimo secolo questa superficie ha subito diversi cambiamenti.
Prima era una tranquilla campagna contraddistinta da prati e campi e dalla presenza di due aziende rurali con mulini alimentati dalla forza idrica del fiume Breggia.
Poi, tra gli anni ’60 e ’70, arrivò quella che in Ticino possiamo chiamare la rivoluzione del cemento. Il nostro Cantone, grazie a una strepitosa crescita economica, cominciò a trasformare il suo paesaggio rurale in urbano.
Con l’edificazione di questo enorme Cementificio, il paesaggio cambiò drasticamente e per alcuni decenni le Gole della Breggia persero il loro fascino.

Il paesaggio prima della Saceba.
La vecchia masseria poco prima della demolizione.
Gli stabilimenti operativi prima della demolizione.

Con la cessazione dell’attività della Saceba si ebbe un ritorno alla tranquillità, ma ormai il paesaggio era troppo deturpato per tornare il luogo di un tempo, dove trovare pace e serenità per fuggire alle calde e afose giornate estive del Mendrisiotto.
Per fortuna questa bellissima zona non è stata abbandonata a se stessa. Grazie all’aiuto di persone volenterose come quelle appartenenti all’associazione “Amici del Parco della Breggia” ha potuto ultimamente ritrovare il suo primitivo splendore divenendo un parco protetto con percorsi didattici valorizzando così quello che è stata la nostra storia.
Basti pensare al riattamento del Mulino del Ghitello o al percorso geologico lungo il fiume che copre un arco di tempo di 100 milioni di anni.



Per ulteriori informazioni potete consultare I seguenti link:
http://www.percorsodelcemento.ch/index.php?pid=saceba
http://www.parcobreggia.ch/

La storia del Grotto del Mulino a Breggia

Nonostante alcune ricerche, purtroppo, non siamo riusciti a risalire alla data di costruzione del Grotto del Mulino. Siam certi però che si tratti di un edificio secolare, edificato in una zona ricca di attività rurali legate al fiume Breggia con tanti mulini sparsi sulla pianura che costeggia il letto del fiume tra Morbio Inferiore e Balerna.
Probabilmente è nato come piccola cantina, grottino o rustico per trascorrere le calde domeniche estive, e solo in seguito a partire dal 1948 è stato riattato come abitazione.
Nel 1961 invece è stato ristrutturato e ingrandito (con la costruzione dei piani superiori) nella forma attuale ed è da qui che comincia la sua storia di grotto, o se preferite osteria, proprio negli anni in cui venne costruito il cementificio Saceba.

Cos’e un Grotto

Il nome grotto, con il quale viene frequentemente chiamato questo genere di locale nella Svizzera italiana, deriva dal termine crotto in uso nel Nord Italia. Gli studiosi pensano che il nome sia stato originato dal termine latino “crypta” o da quello medioevale “crota”, provenienti entrambi dal greco “krypta”, cioè grotta.
Il crotto nasce come ritrovo per le persone della regione, non essendoci osterie nelle vicinanze, e come luogo fresco di conserva e maturazione per stoccare vini, formaggi e insaccati.
Il crotto, a differenza della più semplice cantina, ha una caratteristica che la contraddistingue: il “sorèl”.
Il sorèl è uno spiraglio naturale tra le rocce che permette ad una corrente d’aria fresca di entrare mantenendo così una temperatura costante e ottimale, da 4 a 8 gradi sopra lo 0, per la conserva delle cibarie all’interno della crotta.
I crotti sono tipici della regione del Ticino, del Nord Italia e dei Grigioni. Se prima erano solamente luoghi in cui raccogliere e conservare i prodotti agricoli oppure in cui ritrovarsi con gli amici senza alcuna pretesa, ora sono diventati dei veri e propri ristoranti. Lentamente verso il XX secolo questi luoghi divennero dei piccoli “ristoranti” dove bisognava pagare e non si era più invitati; fino ad arrivare ai giorni nostri quando i grotti sono diventati luoghi di ritrovo per i turisti, che li riconoscono come un luogo tipicamente ticinese. Vengono serviti in prevalenza piatti e prodotti tipici della regione, come minestrone, busecca, risotto, pesci in carpione, vitello tonnato, arrosto (freddo o caldo) con insalata e patate rosolate, polenta con brasato, coniglio, cazzöla, funghi, formaggi e formaggini, zabaglione, torta di pane, pesche al vino, accompagnati da un buon bicchiere di Merlot del Ticino.


La Saceba e il Percorso del Cemento in Val di Muggio


La Saceba, un cementificio edificato nei primi anni Sessanta in Ticino, è stato fondamentale per la costruzione di immobili pubblici e privati, ponti e dighe, sia a livello cantonale che nazionale.
Il progetto di costruzione nacque nel 1959, dall'idea del commercialista ticinese Paride Melera e dall'ingegnere svizzero tedesco Hans Rudolf Suter. L'idea era quella di utilizzare le risorse minerarie presenti nelle Gole per la produzione di cemento, soprattutto perché nel 1960 si scoprì una riserva di maiolica.
Alla fine del 1961 iniziò la costruzione, e le attrezzature destinate alla produzione entrarono ben presto in funzione (inizio 1963). La stima di produzione di cemento per i primi anni era di 120'000 tonnellate, con un raddoppio negli anni successivi. La produzione massima comunque, non superò le 200'000 tonnellate.
Il paesaggio della zona delle Gole della Breggia prima dell'arrivo della fabbrica era caratterizzato da aziende agricole, dotate di mulini alimentati dal canale di derivazione che partiva dal fiume Breggia. In seguito alla costruzione della stessa, l'aspetto cambiò drasticamente: con un'estensione di circa quattro ettari, la Saceba divenne l'edificio principale della zona delle Gole della Breggia, mutandone radicalmente la morfologia.
Negli anni Sessanta e Settanta, il cementificio fu potenziato: il totale dei dipendenti superava le cento unità.
In Ticino, il consumo di cemento pro capite era di circa 1000 kg, con una media nazionale di circa 700 kg, che già si attestava come la più alta d'Europa. Nel corso degli anni Settanta sono cessate le estrazioni a cielo aperto, lasciando posto agli scavi con terrazzamenti.
Nel 1981 l'unico settore della fabbrica attivo era solamente il centro di macinazione.
La Holcim S.A., nuova proprietaria della fabbrica, nel 2003 termina l'attività della Saceba, quando conta ancora circa quindici dipendenti.
Ex cementificio Saceba, dopo la riqualifica territoriale
La realizzazione del progetto di riqualifica della zona ha avuto una durata di sette anni ed è terminata nel 2012. L'investimento totale è stato di circa 10 milioni di franchi, di cui l'88% a carico della Holcim Svizzera S.A. (committente del progetto di riqualifica), la quale conta, solo in Svizzera, 1300 dipendenti.
Il progetto di riqualifica della zona della Saceba, si può distinguere in quattro punti fondamentali[4]:
  • Demolizione del 90% circa degli edifici (passando da 150'000 m³ a 15'000 m³), rimossi meccanicamente, per facilitare il riciclaggio dei materiali
  • Creazione del percorso didattico Il percorso del Cemento
  • Rievocazione della storia contadina ed agricola degli anni Cinquanta
  • Ri-organizzazione degli accessi da parte di veicoli e pedoni
La messa in opera del progetto ha visto come protagonisti Marco Borradori, presidente del Consiglio di Stato del Canton Ticino, Peter Flückiger, presidente della Fondazione Parco delle Gole della Breggia e Kaspar E.A. Wenger, Presidente del comitato direttivo di Holcim Svizzera S.A..
Il percorso è stato inaugurato ufficialmente il 4 maggio 2012, ed è stato aperto al pubblico il giorno seguente.
Il tracciato ha soprattutto uno scopo didattico: mostrare in che modo è stato rivalorizzato il territorio e spiegare come avvengono certi processi di rielaborazione del biancone, per poter poi produrre il cemento.
I visitatori possono osservare i chilometri di gallerie sotterranee e la vecchia torre dei forni, dove è presente l'ultimo forno verticale in Europa.
Grazie ad un intervento di tipo minimalista, è stato possibile salvare una zona industriale autentica, con una particolare attenzione volta verso la natura circostante. La cancellazione della fabbrica non sarebbe stata la soluzione, anzi; questa (in parte) eliminazione e ristrutturazione sono servite a mantenere un'opera storica, che racconta molto del paese e della propria gente.